Intervista a Vincenzo Loglisci
In una intervista rilasciata il 23 settembre 2003 a Gravina in Puglia, presso la Bottega dei fratelli Loglisci, Vincenzo Loglisci ha raccontato la storia della Cola Cola e la sua lavorazione.
Quando e ad opera di chi è iniziata la tradizione della lavorazione della Cola Cola?
Il primo artigiano a costruire i fischietti è stato mio nonno Vincenzo Loglisci, nato nel 1858. Rimase vedovo con 5 figli e nel 1987 iniziò a lavorare in una masseria vicino il paese come custode, mentre si occupava dei figli e durante il tempo libero per gioco iniziò a modellare dei fischietti con argilla e canne. Da passatempo diventò un secondo lavoro, tanto da insegnare al figlio, mio padre, Giuseppe (nato nel 1890) la lavorazione dei fischietti. Egli lo affiancò sino al 1935, anno della morte di mio nonno. Mio padre continuò nella produzione artigiana e insegnò a me e a mio fratello Beniamino i procedimenti di lavorazione. Io ho iniziato a sei anni e prima di riuscire a modellare un fischietto correttamente ho ingoiato tanta argilla.
Perchè tuo nonno Vincenzo iniziò a modellare dei galli?
La scelta del galletto nasce dal luogo in cui ha iniziato il nonno, perchè pieno di galline, che sono diventati i suoi modelli d'ispirazione.
Perchè il nome Cola Cola?
Il nome deriva dal suono bitonale che il fischietto produce.
Quindi la scelta di modellare i fischietti a forma di gallo non deriva dalle origini della produzione vascolare del luogo, visti i ritrovamenti archeologici in tutta la Puglia?
Non saprei. Io ho imparato da mio padre, mi piace quello che faccio e piace alla gente che vede le mie creazioni. Non mi sono mai posto questa domanda.
Leggendo alcuni testi ho appreso che la simbologia del gallo associato ha un valore di forza, di portafortuna. Lei che ne pensa?
La gente, soprattutto i contadini danno dei valori e dei significati a tutto ciò che li circonda. I fischietti sono dei giochi, dei passatempi per i bambini. Erano venduti alle fiere e acquistati per i bambini visto che tanti anni fa non era possibile comprare sesso dei giocattoli, si coglieva l'occasione dei giorni di festa.
Quali sono le fasi di lavorazione dei fischietti?
I tempi sono molto lunghi. Iniziamo nel mese di marzo con la raccolta e la preparazione dell'argilla, che la lavoriamo come se fosse l'impasto per il pane: setacciamo l'argilla, la lasciamo nell'acqua per un giorno e poi lo impastiamo. Dividiamo l'impasto in tante palline e iniziamo a modellare il corpo del gallo e in seguito la testa. Successivamente aggiungiamo ciondoli, medaglioni e altri animali sul dorso o sulla testa dell'uccello. Lasciamo asciugare le sculture per circa 10/15 giorni e poi le nforniamo a 1000 gradi.
Dopo la cottura le laviamo, le lavighiamo e le caliamo nel colore bianco. L'ultima fase è la decorazione con i colori.
Per quanto tempo i fischietti devono cuocere nel forno?
Dipende, dalle otto alle 10 ore. Il fumo è portatore di notizie, è lui che mi fa capire quando i fischietti sono cotti.
Nella fase della decorazione seguite un ordine?
I colori con cui dipingiamo le loro opere sono quelli della terra, del sole, dei prati, dei fiori, e non hanno un ordine stabilito ma dipendono dal nostro gusto. Usiamo pennelli fatti da noi con peli di cinghiale e canna, perchè il tratto delle linee di colore deve essere marcato e deciso.
Il procedimento di lavorazione è lungo e interamente fatto a mani, quindi il costo del prodotto finito è alto?
Relativamente alto. Noi lavoriamo per alcuni mesi e garantiamo un prodotto unico perchè è fatto a mano, i colori cambiano e le forme per quanto possano sembrare simili sono sempre differenti.
Per voi è stato un lavoro?
No. La sola vendita dei fischietti non ci permetteva di vivere adeguatamente. Per questo motivo mio nipote ( Michele Colonna), che ha imparato a modellare le Cola Cola, ha deciso di non dedicarsi alla produzione artigiana. Siamo rimasti io e mio fratello Beniamino.
Quando e a chi vendete le vostre opere?
Le vendiamo durante le feste, come la Fiera di San Giorgio ad aprile, in occasione della festa della Madonna di Picciano, la prima settimana di maggio, e durante la festa religiosa dell'8 maggio di San Michele delle Grotte. Le vendiamo a i pellegrini e ai turisti. Negli ultimi anni anche molti gravinesi vengono nella nostra bottega per acquistare i fischietti, perchè sono diventati degli oggetti d'arredamento o semplicemente per regalarli. La Cola Cola diventa un regalo originale e divertente. Tante opere le abbiamo vendute a collezionisti americani, svizzeri e tedeschi. Sono felice che il nostro lavoro sia apprezzato da tante persone.
Lei si sente un artista, pensa che possa essere definito tale?
Non conosco il sistema del mercato d'arte, non conosco nomi di veri artisti, quelli di cui scrivono libri e di cui parlano a scuola. Io vendo sempre tutto quello che produco, quindi piace. Sono un artista? Forse, visto che amo tutto quello che faccio e non per poter guadagnare soldi, ma solo perchè a distanza di tanti anni provo ancora piacere nel creare da una pallina di argilla qualcosa di bello.
Ha mai pensato di insegnare, di tenere dei corsi di ceramica?
Spesso mi invitano per dei corsi, ma preferisco che vengano nella nostra bottega. Questo luogo è aperto a chiunque voglia imparare. Molte volte dono venuti all'Istituto d'Arte di Bari, mi portano dei regali e mi fanno delle domande. Sono disponibile perchè i ragazzi sono pieni di curiosità e voglia di imparare, anche se spesso loro sanno molte più cose di me. Spesso mi è capitato di vedere su delle bancarelle, durante le fiere, delle pessime imitazioni dei nostri fischietti. Ad un ragazzo ho proposto di insegnarli il procedimento di lavorazione, ma il problema principale è la mancanza di costanza.
Si sente gratificato dal suo lavoro?
Molto. Soprattutto quando giornalisti e fotografi ci vengono a trovare perchè sono interessati da quello che facciamo. Raccolgo tutti gli articoli che scrivono di me e che ci inviano. Ho tante fotografie che conservo con molta cura. Questa è la mia vita.
Di Arcangela Cicolecchia
Ph: Pietro Amendolara
Quando e ad opera di chi è iniziata la tradizione della lavorazione della Cola Cola?
Il primo artigiano a costruire i fischietti è stato mio nonno Vincenzo Loglisci, nato nel 1858. Rimase vedovo con 5 figli e nel 1987 iniziò a lavorare in una masseria vicino il paese come custode, mentre si occupava dei figli e durante il tempo libero per gioco iniziò a modellare dei fischietti con argilla e canne. Da passatempo diventò un secondo lavoro, tanto da insegnare al figlio, mio padre, Giuseppe (nato nel 1890) la lavorazione dei fischietti. Egli lo affiancò sino al 1935, anno della morte di mio nonno. Mio padre continuò nella produzione artigiana e insegnò a me e a mio fratello Beniamino i procedimenti di lavorazione. Io ho iniziato a sei anni e prima di riuscire a modellare un fischietto correttamente ho ingoiato tanta argilla.
Perchè tuo nonno Vincenzo iniziò a modellare dei galli?
La scelta del galletto nasce dal luogo in cui ha iniziato il nonno, perchè pieno di galline, che sono diventati i suoi modelli d'ispirazione.
Perchè il nome Cola Cola?
Il nome deriva dal suono bitonale che il fischietto produce.
Quindi la scelta di modellare i fischietti a forma di gallo non deriva dalle origini della produzione vascolare del luogo, visti i ritrovamenti archeologici in tutta la Puglia?
Non saprei. Io ho imparato da mio padre, mi piace quello che faccio e piace alla gente che vede le mie creazioni. Non mi sono mai posto questa domanda.
Leggendo alcuni testi ho appreso che la simbologia del gallo associato ha un valore di forza, di portafortuna. Lei che ne pensa?
La gente, soprattutto i contadini danno dei valori e dei significati a tutto ciò che li circonda. I fischietti sono dei giochi, dei passatempi per i bambini. Erano venduti alle fiere e acquistati per i bambini visto che tanti anni fa non era possibile comprare sesso dei giocattoli, si coglieva l'occasione dei giorni di festa.
Quali sono le fasi di lavorazione dei fischietti?
I tempi sono molto lunghi. Iniziamo nel mese di marzo con la raccolta e la preparazione dell'argilla, che la lavoriamo come se fosse l'impasto per il pane: setacciamo l'argilla, la lasciamo nell'acqua per un giorno e poi lo impastiamo. Dividiamo l'impasto in tante palline e iniziamo a modellare il corpo del gallo e in seguito la testa. Successivamente aggiungiamo ciondoli, medaglioni e altri animali sul dorso o sulla testa dell'uccello. Lasciamo asciugare le sculture per circa 10/15 giorni e poi le nforniamo a 1000 gradi.
Dopo la cottura le laviamo, le lavighiamo e le caliamo nel colore bianco. L'ultima fase è la decorazione con i colori.
Per quanto tempo i fischietti devono cuocere nel forno?
Dipende, dalle otto alle 10 ore. Il fumo è portatore di notizie, è lui che mi fa capire quando i fischietti sono cotti.
Nella fase della decorazione seguite un ordine?
I colori con cui dipingiamo le loro opere sono quelli della terra, del sole, dei prati, dei fiori, e non hanno un ordine stabilito ma dipendono dal nostro gusto. Usiamo pennelli fatti da noi con peli di cinghiale e canna, perchè il tratto delle linee di colore deve essere marcato e deciso.
Il procedimento di lavorazione è lungo e interamente fatto a mani, quindi il costo del prodotto finito è alto?
Relativamente alto. Noi lavoriamo per alcuni mesi e garantiamo un prodotto unico perchè è fatto a mano, i colori cambiano e le forme per quanto possano sembrare simili sono sempre differenti.
Per voi è stato un lavoro?
No. La sola vendita dei fischietti non ci permetteva di vivere adeguatamente. Per questo motivo mio nipote ( Michele Colonna), che ha imparato a modellare le Cola Cola, ha deciso di non dedicarsi alla produzione artigiana. Siamo rimasti io e mio fratello Beniamino.
Quando e a chi vendete le vostre opere?
Le vendiamo durante le feste, come la Fiera di San Giorgio ad aprile, in occasione della festa della Madonna di Picciano, la prima settimana di maggio, e durante la festa religiosa dell'8 maggio di San Michele delle Grotte. Le vendiamo a i pellegrini e ai turisti. Negli ultimi anni anche molti gravinesi vengono nella nostra bottega per acquistare i fischietti, perchè sono diventati degli oggetti d'arredamento o semplicemente per regalarli. La Cola Cola diventa un regalo originale e divertente. Tante opere le abbiamo vendute a collezionisti americani, svizzeri e tedeschi. Sono felice che il nostro lavoro sia apprezzato da tante persone.
Lei si sente un artista, pensa che possa essere definito tale?
Non conosco il sistema del mercato d'arte, non conosco nomi di veri artisti, quelli di cui scrivono libri e di cui parlano a scuola. Io vendo sempre tutto quello che produco, quindi piace. Sono un artista? Forse, visto che amo tutto quello che faccio e non per poter guadagnare soldi, ma solo perchè a distanza di tanti anni provo ancora piacere nel creare da una pallina di argilla qualcosa di bello.
Ha mai pensato di insegnare, di tenere dei corsi di ceramica?
Spesso mi invitano per dei corsi, ma preferisco che vengano nella nostra bottega. Questo luogo è aperto a chiunque voglia imparare. Molte volte dono venuti all'Istituto d'Arte di Bari, mi portano dei regali e mi fanno delle domande. Sono disponibile perchè i ragazzi sono pieni di curiosità e voglia di imparare, anche se spesso loro sanno molte più cose di me. Spesso mi è capitato di vedere su delle bancarelle, durante le fiere, delle pessime imitazioni dei nostri fischietti. Ad un ragazzo ho proposto di insegnarli il procedimento di lavorazione, ma il problema principale è la mancanza di costanza.
Si sente gratificato dal suo lavoro?
Molto. Soprattutto quando giornalisti e fotografi ci vengono a trovare perchè sono interessati da quello che facciamo. Raccolgo tutti gli articoli che scrivono di me e che ci inviano. Ho tante fotografie che conservo con molta cura. Questa è la mia vita.
Di Arcangela Cicolecchia
Ph: Pietro Amendolara